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elezioni provinciali 27 ottobre 2013


Trento, 3 ottobre 2013
LA SOBRIETÀ, UN ACRONIMO DA RISPETTARE  VERSO LE ELEZIONI 
di Giorgio Viganò, candidato con gli Ecologisti e civici - VERDI europei
dal Trentino di giovedì 3 ottobre 2013

C’è una parola che mi affascina da molto tempo: sobrietà. Nell’omelia della notte di Natale 2008, l’allora cardinale di Milano Dionigi Tettamanzi ammoniva: “C’è uno stile di vita costruito sul consumismo che tutti siamo invitati a cambiare per tornare a una santa sobrietà, segno di giustizia prima ancora che di virtù”.

E riproponeva lo stesso tema, con parole molto laiche, nel gennaio 2009 in un articolato e pregnante discorso agli amministratori locali delle province appartenenti alla diocesi di Milano, dal titolo quanto mai eloquente: “La sobrietà dimenticata”. In quell’occasione criticava gli inviti a consumare di più per uscire dalla crisi e invitava “a riflettere sulla giusta dimensione della crescita economica, perché non si può far crescere all’infinito la domanda di cose… Ma quale è la giusta misura? Forse nessuno ci sta seriamente pensando, perché ci lasciamo travolgere dal meccanismo irrefrenabile del mercato. Un’economia seria non può non porsi la domanda e cercare la risposta; così come una politica seria”. Il cardinale poneva poi una serie di domande “che spesso infastidiscono, forse semplicemente perché toccano il cuore della questione”.

Sono convinto che la sobrietà sia una delle strade maestre per la giustizia sociale mondiale e per la salvaguardia del nostro pianeta. Così ho cercato di trarre dalle lettere di questa parola alcune indicazioni di percorso per una politica buona. Mi rendo conto che ogni “indicazione” meriterebbe un articolo di approfondimento, ma non posso pretendere di monopolizzare le pagine di un quotidiano. Ecco allora alcune provocazioni.

"S" di sviluppo: non quello della crescita illimitata, dell’ossessione del PIL, perché ci sono dimensioni della vita che non possono essere monetizzate, come ci ha ricordato Michael Sandel al recente Festival dell’economia; ma uno sviluppo ecologicamente compatibile con i limiti del nostro pianeta e socialmente equo. La strada più promettente per la nostra realtà è quella dell’economia civile, così come ci viene suggerita da Luigino Bruni e Stefano Zamagni, tra i principali ideatori di un’apposita scuola che viene inaugurata ufficialmente il 20 settembre a Loppiano, con l’adesione di importanti realtà come ACLI e Cooperazione trentina.

"O" di opzione preferenziale: per gli ultimi, secondo il principio di giustizia del “maximin” di John Rawls, vale a dire il miglior trattamento possibile (max) per coloro che si trovano agli ultimi posti della società (min); per i giovani, che corrono il rischio di vedersi sottrarre il futuro; per le famiglie con figli, perché il nostro Paese è a rischio di un pauroso “inverno demografico”.

"B" di blue economy: la “green economy”, a cui tutti oggi sembrano convertirsi, potrebbe non bastare a farci uscire dalle secche di questa crisi epocale, perché gli incrementi di efficienza vengono annullati dall’incremento inarrestabile dei consumi. La “blue economy” è la scommessa di imitare nei processi produttivi i meccanismi bio-fisici che la natura ha elaborato sapientemente nel corso dell’evoluzione, a impatto ambientale quasi nullo. Gunter Pauli, imprenditore ed economista belga, nel suo libro illustra 100 innovazioni che potrebbero aprire nuovi orizzonti all’umanità.

"R" di radicalità: è la capacità di andare alla radice dei problemi. Le menti più lucide e libere tra gli economisti concordano nell’individuare la radice di questa crisi nella finanziarizzazione dell’economia, nella “dittatura degli azionisti”, un sistema che ha accresciuto a dismisura le disuguaglianze sociali, la vera minaccia per la convivenza mondiale. La politica deve smettere i panni di “ancella” della finanza e recuperare il suo ruolo proprio di governo del bene comune.

"I" di insieme: nel 2011 i referendum sull’acqua bene comune e sul nucleare hanno dimostrato che esiste un’Italia migliore di chi la rappresenta nelle istituzioni. Nelle nostre valli ci sono tante persone e associazioni attive sui temi della giustizia, dell’ambiente e della pace che, se messe nelle condizioni di una vera democrazia partecipativa e deliberativa, potrebbero dare un grande contributo per spostare decisamente l’ago della bilancia verso scelte di sostenibilità e di equità.

"E" di ecologia: sempre più appare come la sfida epocale. Le evidenze scientifiche sui cambiamenti climatici accelerati dalle attività umane sono ormai incontestabili. Un’ecologia a tutto tondo, che va oltre la tradizionale e fondamentale difesa della natura, per farsi anche ecologia economica, sociale, politica, umana, vero antidoto al rischio di deriva antropologica da “homo sapiens a homo demens”, come ha detto padre Alex Zanotelli lo scorso 17 agosto a Borgo Valsugana.

"T" di terra trentina: l’economista Bruni indica nella cura dei territori (agricoltura e beni comuni), nelle energie alternative e nei beni culturali tre pilastri per rigenerare l’economia reale e creare posti di lavoro “buono”. Musica per la nostra terra, chiamata a credere e investire maggiormente nell’agricoltura biologica, nel turismo leggero, nelle nuove fonti di energia rinnovabile, nella valorizzazione di un patrimonio storico-artistico di eccellenza. La fondazione E. Mach, l’Università, il Muse e il Mart possono essere strumenti preziosi per promuovere questo sforzo.

"Á" di adesso: occorre riconoscere le nostre negligenze per non aver accolto per tempo i numerosi allarmi sulla insostenibilità del nostro modello di sviluppo e non perdere ulteriormente tempo, perché il pianeta e l’umanità sono sotto stress e i disastri ambientali e sociali non sono solo un’ipotesi. E poiché la sobrietà chiede anche coerenza, io penso che si possa fare di più per ridurre la forbice economica tra gli eletti e i comuni lavoratori. Bisognerà insistere in Consiglio regionale per una riforma radicale delle indennità e dei vitalizi, ma sul piano personale è possibile fin da subito restituirne almeno una parte alla società con donazioni deducibili dall’imponibile (Onlus, Università, Parchi naturali). Se eletto, mi impegno a restituire con questa modalità una quota mensile, oltre alla quota destinata al movimento.

 

 

  Giorgio Viganò

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